Di solito quelli che definiamo “creativi” per mestiere sono dei sognatori; alcuni di loro prigionieri della loro immaginazione, altri più realisticamente complici. Ma se sognare è un mestiere, e non tutti riescono a sognare ogni giorno, allora che valore possiamo attribuire al mistero dell’immaginazione? All’artista viene consegnata dalla società, il compito e la delega di sognare al posto di milioni di persone, che troppo facilmente dimenticano o rinunciano ai loro sogni. Sognare è faticoso, farlo anche per gli altri lo è ancora di più. Succede spesso che qualcuno ti dica, puoi realizzarmi un’opera fatta così? E giù una descrizione che quasi sempre si limita ad una esposizione di colori che o stanno bene con il colore delle pareti o male che vada, con i colori del divano. In realtà dare delle indicazioni ad un creativo, ad un artista è spesso un’abitudine che non sempre viene accettata a cuor leggero, e a me per esempio riempie di responsabilità e spesso rappresenta un freno a ciò che liberamente mi ispira il committente. E’ così, a volte lo sguardo di un collezionista, la sua voce e le sue movenze, sono elementi che suggeriscono molte cose, che poi utilizzi nel momento di creare un’opera. Ecco questo è un esempio di come delegare un proprio sogno ad un’altro, di interpretarlo, di viverlo in differita. Certi giorni faccio fatica a sognare per me stesso, figuriamoci se delagato a farlo per altri. Ecco perchè sognare non ha prezzo.