Erano gli anni ’90, gli anni dell’università a Milano e Milano in quegli anni era per chi amava l’arte, la città dei balocchi. Mostre in ogni dove, inaugurazioni con la presenza degli artisti che diventavano occasioni per conoscerli di persona e a volte di passare qualche minuto a chiacchierare con loro. Erano gli anni del grande Fiorucci che rivoluzionava la moda con prodotti di largo consumo e con l’utilizzo della plastica che divento’ un’icona mondiale.
Erano gli anni nei quali la nebbia dava ancora quel fascino metropolitano ad una città che più delle altre, riusciva a distinguersi come incubatore di nuove mode e tendenze a livello mondiale.
Noi che amavamo l’arte avevamo mille motivi per correre in lungo ed in largo a visitare musei e gallerie, a conoscere Ringo l’unico parucchiere italiano o meglio scultore del capo, che poteva vantarsi di aver tagliato i capelli a Elvis e ai Beatles.
Tutto quel mondo che ci circondava, contribuiva ad far incubare in noi il virus della passione per la creatività, in ogni sua forma artistica, pittura, moda, design, cinema e qualsiasi altra cosa si possa definire arte. Senza volerlo senti che hai dentro qualcosa che sta per esplodere, così colsi l’occasione per utilizzare una lunga convalescenza per dare sfogo a ciò che era nel mio destino e nel mio cognome, Pitturare, dipingere, costruire, sperimentare inconsciamente realizzando qualsiasi cosa mi venisse in mente. Ho iniziato perché l’arte per me è stata una cura, un evento che non potevo fare a meno si verificasse, il mio destino.
Sai come ho iniziato a dipingere?
Share by
Commenti