Non saprei dire a quanto tempo fa risale il primo cuore che ho disegnato , sicuramente a quando ero bambino, come la maggior parte dei bambini ne avrò disegnati tanti, inconsapevole dell’immensità comunicativa di questo simbolo; un’attrazione fanciullesca, adolescenziale che negli anni mi ha costretto a perdere ogni pudore e a mettere a nudo ogni mia emozione. Passione, tormento, amore, forza, senza distinzione di razza o di età, il cuore appartiene a tutte le generazioni, e ci rappresenta quando senza usare parole, vogliamo rappresentare una azione emotiva che prescinde dalla nostra razionalità e che va oltre le superficiali apparenze. Possiamo considerare questo simbolo, come la vera radice da cui costruire la nostra anima, il nostro spirito, la rappresentazione vera di ciò che siamo. Il cuore più della ragione, è il vero testimone della nostra vita, poiché la trascende e le sopravvive, poiché oltre ad essere una azione è un pensiero che resta per sempre. Il nostro cuore, non può mai essere neutrale, è verità o ipocrisia, è tuo ma non ti appartiene poiché sei pronto a manifestarlo senza una ragione, senza nessun indugio. Per questa ragione lo possiamo considerare il centro più profondo della nostra intera esistenza.
GIANNI PITTA
PERCHE’ UN KUORE A NATALE
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