Ognuno di noi coltiva quando può, le proprie passioni e cerca di esprimere a modo suo quanto sente di comunicare agli altri. Lo facciamo ogni giorno, con un sorriso, una stretta di mano, una parola, ma anche con la nostra rabbia e le nostre perplessità.
Ci sono poi passioni che ti assorbono del tutto, che diventano morbose e che cambiano la tua vita e ne condizionano gli eventi.
Questo 2016, segna i primi 20 anni dalla mia prima mostra a Vieste, (FG), e spesso ripenso al tempo che è passato a quanto fatto e alle emozioni accumulate in tutti questi anni che ho dedicato all’arte. Mi piace spesso dire che sono quello che sono, me stesso, e non rinuncio a fare ciò che sento di voler fare, senza alcun condizionamento. Invidio quelli che riescono a concentrarsi, che non si distraggono, che hanno disciplina e metodo, IO no. Sono un distratto sognatore ed uno degli ultimi nostalgici romantici, non posso farci niente è cosi benché mi sforzi di cambiare. Nel delirio della mia immaginazione ho sentito forte il desiderio di realizzare una montagna infinita di KUORI, di vederli dappertutto di sentirli, di attribuire loro una forza cognitiva e di appartenenza che andasse al di la di confini e limiti fisici, una visione universale che potrebbe fare di tutta l’umanità un solo e grande nucleo di passioni.
Ho immaginato segnali stradali a forma di cuori, ho immaginato strisce pedonali a forma di cuori, le maniglie delle porte a forma di cuori, alberi e cespugli potati a forma di cuori, ho immaginato un mondo ispirato da John Lennon, da uomini straordinari come lui. Premetto che non bevo e non uso stupefacenti, l’unica mia grande ed irrinunciabile droga, è l’amore.
L’unica mia grande ed irrinunciabile droga, è l’amore
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