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Un Kuore é unico, Come lo sei tu.

La passione oltre la rete

Ho sempre lavorato alle mie opere senza alcuna preoccupazione di doverle vendere, non era un pensiero che angosciava le mie giornate passate in laboratorio a FARE, nonostante avessi le mani sporche di tutto, dai colori, al silicone o allo stucco. Mi compiacevo e a volte mi odiavo riguardando i miei lavori, li esponevo nel mio spazio e aspettavo che per puro caso, qualcuno ci passasse e potesse vederle.
Poi l’incontro con un amico speciale, Antonio Inglese, esperto di siti internet e comunicazione; le sue parole mi aprirono la mente e decisi che le mie opere sarebbero dovute stare in un contenitore come dice “Chicco” tipo carrello della spesa. E cosa c’è di strano? Dovevamo scegliere e capire cosa eravamo e cosa volevamo. La scelta di dedicare parte della mia vita ad un simbolo POP come il Kuore, doveva essere condivisa e coinvolgente. Ma perché non comunicare il desiderio di contagiare tutti al tema della passione, del tormento, dell’amore e della libertà? Mi piace pensare che un kuore sia anche simbolo di libertà perché elimina ogni inibizione a mostrare i propri sentimenti. Non mi interessa essere giudicato e rappresentato come un sognatore che crede ancora nei sentimenti, sono questo punto e basta. I am wht i am.
Grazie ai social, ho potuto verificare la grande esigenza che c’è di riscoprire valori sopiti e annullati da sistemi di convivenza che relegano le relazioni umane ad essere superficiali e materiali, prive di profonda conoscenza di ciò che non vogliamo mostrare, spesso la parte migliore di noi stessi. Grazie alla rete ho potuto abbattere i confini fisici dello spazio di azione e della comunicazione relativa al mio lavoro e alle mie aspettative. Poi un giorno ho scoperto che c’è comunque una realtà che va oltre la rete, che è quella dei marciapiedi e delle strade, dove comunque centinaia di migliaia di persone ogni giorno passano e osservano le vetrine e magari chiedono informazioni perché attratti da ciò che hanno visto.
Il mio provincialismo ogni tanto torna alla ribalta, per questo motivo mi sono emozionato a vedere le vetrine di importanti negozi di interior design allestite con le mie opere. Da bari a Lucca, da Vicenza a Trani, a Bologna, insomma fatta eccezione per le isole, da nord a sud. Perché non compiacersi? Perché negare l’emozione di verificare che ci sei e sei presente con quello che altri e io stesso immaginavo fosse solo passione? Ma si sa, la passione viene dal kuore, e io ne ho tanto da non fare fatica a dimostrarlo.

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