1) Come ti definiresti?
Ero un bambino che si divertiva, oggi resto quel bambino che sogna ancora di potersi divertire.
2) Come definiresti il tuo approccio all’arte?
Molti mi definiscono artista, io sinceramente non so bene cosa possa significare essere un artista, resto fedele al mio essere bambino e quindi agisco sempre con istinto, con molta naturalezza.
3) Quanto pensi conti la comunicazione nel lavoro di un artista?
Tutto e niente; tutto se hai molte cose da comunicare e non lo fai, poco se non hai nulla da dire alla gente. Il paradosso è che ci sono tantissimi giovani artisti, che ritengo abbiano molto da comunicare ed incontrano mille difficoltà a gestire la loro comunicazione. Poi al contrario ti accorgi che molti privi di contenuto, hanno un approccio con la comunicazione molto più aggressiva. Questi sono tempi nei quali comunicazione ed arte sono un insieme di uno stesso sistema, vanno a braccetto. Se non sei bravo in entrambe le cose, resti un fantasma.
4) Come vivi il rapporto con i tuoi colleghi?
Mi illudo di avere con loro uno splendido rapporto, in realtà li frequento raramente, ma in quelle poche occasioni vedo che c’è molta sintonia.
5) C’è un modello o qualcosa a cui ti ispiri nel realizzare le tue opere?
Direi che ciò che mi riesce meglio fare, sono le cose semplici; ogni mia idea nasce dalla mia esigenza di raccontare il mondo che mi circonda a modo mio, senza filtri ne particolari visioni della vita. La mia missione è quella di far capire a chiunque, che nella vita non bisogna mai trovare pretesti per rinunciare a ciò che più abbiamo voglia di realizzare. Pensate ad un ragazzo diplomato ad un istituto tecnico, che non ha mai frequentato ne l’Istituto d’arte ne l’Accademia, ma che ha dentro tanta passione per l’arte e anche se tardi, decide di mostrare a tutti ciò che fa nel suo laboratorio. Questa è la sintesi della mia vita artistica.
6) Sei figlio di un grande uomo ed imprenditore, Bruno Pitta. Questa cosa ti ha agevolato nel tuo percorso?
Si, perché non dovrei ammetterlo; non tanto perché è un grande imprenditore, quanto perché è un grande uomo. Credo che senza il suo incoraggiamento probabilmente avrei avuto molte più difficoltà. Direi che per par condicio devo molto anche a mia madre, che con i suoi silenzi ed i suoi sguardi, esprimeva apprezzamento per tutto ciò che facevo.
7) Il brand che hai creato, KEKUORE, quali sono le tue ambizioni?
Il mio lavoro spazia dalla pittura al design alle installazioni; credo che continuerò ad ispirarmi ai sentimenti e alle passioni del genere umano su tutti i fronti, senza particolari pretese, le cose nella vita possono cambiare improvvisamente e ciò che affermo oggi, lo potrei negare domani.
8) Hai un sogno nel cassetto?
Se apro il mio cassetto di sogni non ne trovo solo uno, ma decine forse centinaia.
9) Riesci ad immaginarti tra dieci anni?
A dire il vero non riesco ad immaginarmi neanche a domani mattina, figuriamoci tra 10 anni. Mi sforzo di immaginare gli altri tra dieci anni e spesso mi assale la tristezza.
10) Nuovi progetti?
Sto lavorando ad una personale alla Fondazione SECA di Trani, KIND HEARTED PEOPLE, la coscienza come scudo e alibi a non aprirsi al nuovo.
GIANNI PITTA vuoi sapere chi è ? 10 domande a Gianni Pitta.
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