La redazione web ha incontrato Gianni Pitta, ideatore del sito www.kekuore.com a cui abbiamo girato alcune domande arrivate on line o sui social da parte di amici e collezionisti o semplici curiosi.
Domanda: Può una passione diventare una opportunità di lavoro?
Risposta: Se riusciamo a coltivare le nostre passioni con amore e riusciamo a renderle uniche, tutto è possibile. E’ una questione di determinazione e di forza di volontà. Il percorso è sempre intriso di delusioni o magari di troppe aspettative che poi non si realizzano e ti inducono a mollare, ma occorre pazienza e tempo.
Domanda: Cosa può aver agevolato questo processo che ha portato la tua passione a trasformarsi anche in una opportunità di lavoro?
Risposta: Non c’è dubbio che il brand al quale ho dedicato gran parte del mio lavoro, cioè il Kuore, è facilmente riconoscibile e universalmente apprezzato. Tutti indistintamente, in qualunque parte del pianeta, riconoscono immediatamente il simbolo del kuore. E’ un simbolo Pop per eccellenza, non fa distinzione di razza, sesso, età e ceto sociale, e tutti nella vita prima o poi lo hanno utilizzato per comunicare qualcosa.
Domanda: Precisamente da quanto tempo lavora sul tema del kuore?
Risposta: Da sempre, già nella mia prima mostra pittorica al Museo Civico di Vieste, nel 1996, esposi un’opera dal titolo, Cuore matto. E’ stato un percorso alternato da altre sperimentazioni, ma al di la delle esperienze artistiche che mi hanno coinvolto in questi anni, quello del Kuore è rimasto un tema che ho continuato a coltivare giorno per giorno.
Domanda: Un simbolo così comunicativo non rischia di inserirla in una nicchia di artisti troppo nostalgici e poco innovativi?
Risposta: Piuttosto direi che è il contrario, ho sdoganato nell’era del digitale, un simbolo d’amore e passione che in passato è stato icona di artisti importanti come Keith Haring, Banksy, Schifano, Dalì e altri ancora senza andare troppo indietro nel tempo. Alla base di tutto, c’è la capacità di saper emozionare chi osserva i miei lavori, dopo di che del resto mi interessa poco. Non dipingo per compiacere nessuno, ne per essere un’artista di nicchia ne universale, sono quello che sono punto. La gratificazione più grande mi arriva ogni giorno da persone semplici ed un pò alla volta da quelle più complicate, quelle che inizialmente guardavano i miei lavori con la puzza sotto il naso, tipica dei medio borghesi che fanno di tutto per non sembrare tali. Oggi mi diverto e questa è la cosa più interessante di ciò che faccio, non smetterei mai di dipingere, pensare, immaginare, sperimentare, poiché l’energia ti arriva da un sorriso, un apprezzamento, da un abbraccio di cui cerco sempre di circondarmi. Se sono solo, mi stringo in un abbraccio solitario e faccio miei tutti quelli di una vita intera.
Domanda: A quale target di collezionisti si rivolge se ce ne uno che più di altri la identifica.
Risposta: Non sono in grado di determinare il target preciso dei miei collezionisti, ma penso che se c’è qualcosa che li accomuna, questa è la capacità di emozionarsi e manifestare i loro sentimenti senza nessuno indugio. Poi che abbiano 25 o 50 anni è molto relativo, che siano uomini o donne o facciano gli operai o i professionisti non sono in grado di dirlo. L’idea comune che hanno è che l’arte debba comunicare in modo efficacie e semplice, e per comprenderla, non è necessario essere dei critici o professori di Storia dell’Arte.
Domanda: Un’ultima cosa, ha progetti a breve di cui vorrebbe anticipare i contenuti?
Risposta: I miei progetti sono in continua evoluzione; il brand kekuore presto amplierà la sua visione, penso alla moda, al design, alle installazioni, vedremo cosa succede nei prossimi mesi.
FENOMENO KEKUORE.COM Intervista a Gianni Pitta
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