E ancora a te io prego con le braccia, tese al tuo sangue. In me l’antica data della dimestichezza della donna vive ancora terribile. Se schiava
mi facessi di un sordo desiderio, ti amerei rassegnata; se penetrassi nell’anima pura che ho sortita nascendo, ti amerei d’un amore disperato.
Ma se tu contemplassi nel mio viso, tutta la rotazione di un pensiero anche senza comprenderlo, io forse, impazzirei di tesa meraviglia
a riguardare l’occhio del mio sposo.
Alda Merini
Dimmelo tutti i giorni, non solo a San Valentino
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